La consulenza psicologica per l’infanzia ha l’obiettivo di accogliere ed esplorare la richiesta di aiuto inquadrando dal punto di vista clinico, il disagio o la problematica in atto.
Tale intervento prevede il coinvolgimento sia del bambino sia dei genitori ed ha un numero limitato di incontri, in genere tre o quattro incontri.
Il primo incontro di consulenza psicologica viene pianificato con i genitori i quali descriveranno le difficoltà del bambino e le strategie utilizzate per farvi fronte. Inoltre si raccoglieranno i dati anamnestici del bambino riguardanti le principali tappe di sviluppo. Il secondo incontro è rivolto alla conoscenza diretta del bambino. Gli incontri successivi sono dedicati alla valutazione del problema presentato con eventuali strumenti diagnostici e all’eventuale condivisione di un progetto d’intervento (stabilire obiettivi, dare un’indicazione sul trattamento e sui tempi), centrato sugli aspetti psicologici emersi.
L’analisi della domanda e la valutazione psicodiagnostica da parte del professionista (caratteristiche dell’individuo, delle sue fragilità e delle sue risorse) possono far evolvere la consulenza psicologica in un percorso di sostegno psicologico, in una psicoterapia o qualora necessario il professionista può proporre l’invio ad altro specialista competente rispetto alla problematica emersa.
Generalmente la consulenza psicologica per l’infanzia può essere richiesta per problematiche quali:
- disagio scolastico;
- problemi di apprendimento;
- difficoltà nella socializzazione;
- difficoltà nell’area delle autonomie (controllo sfinterico, sonno, compiti);
- scoppi di rabbia;
- difficoltà nel rispetto delle regole
- ansia e fobie
- difficoltà di adattamento ai cambiamenti
- disattenzione
- iperattività
- tic
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